Visitare il Marocco è un’esperienza sensoriale a 360 gradi e proprio per questo è un viaggio che resta impresso nei ricordi, non solo in quelli prettamente visivi. Una destinazione che non parla per mezze misure, che si ama o si odia, difficile giudicare perché terra di contrasti.
Le grandi città marocchine sono vibranti, vivaci e ricche di situazioni da sperimentare e da vivere. Probabilmente la prima immagine da cartolina che viene in mente quando si pensa al Marocco sono i mercati di spezie, colorati e profumati, e l’architettura arabeggiante dei riad. Le più famose sono Marrakech, Fez, Casablanca e Tangeri.
Eppure anche la natura ha molto da offrire: dai deserti alle spiagge di sabbia bianca fino alle cime innevate delle montagne Atlas, anche questo è Marocco.
I marocchini sentono molto il legame con il territorio e molte delle feste locali sono connesse alla frutta e ai fiori di stagione. Da non perdere a febbraio il romantico festival Mandorli in Fiore a Tafraoute e a maggio quello delle Rose a El-Kelaat M’Gouna. A ottobre invece si svolge la festa dei Datteri a Erfoud.
Di spezie naturali profumano molti piatti della cucina marocchina che, non a caso, è nota per essere la più speziata tra quelle del Medio Oriente. Le più usate sono il cumino, la cannella, la curcuma, lo zenzero e la paprica. A Meknes, cresce un tipo particolare di menta mentre lo zafferano è tipico di Tiliouine.
Prima di partire vi consigliamo la lettura di Il mio Marocco, di Edith Wharton: pur essendo ambientato nel 1917 questo racconto sa essere, nella sua veridicità, più attuale di tante guide turistiche. Va detto però che il Paese è profondamente cambiato negli anni trasformandosi, una volta finita la guerra, in meta di turismo di massa.