Fare le valigie e partire alla scoperta di posti lontani nel mondo è sempre elettrizzante. Chi prende spesso un aereo lo sa: da un viaggio non si torna mai a mani vuote, ma con tante nuove conoscenze in più.
Quando si viaggia fuori dall’Italia e fuori dall’Europa, occorre tenere in considerazione diversi aspetti tecnici e alcune tutele aggiuntive, talvolta per necessità, altre volte per avere una maggiore accortezza.
Tra i primissimi step per l’organizzazione di una vacanza all’estero c’è sicuramente la questione relativa all’assicurazione sanitaria per viaggiare, ovvero una polizza che garantisce la copertura delle spese mediche sostenute in caso di bisogno, i ricoveri resi necessari da infortuni, incidenti o malori, e il rimpatrio nei casi di estrema gravità.
Se è vero che l’assicurazione per viaggiare è quasi sempre facoltativa, ma fortemente consigliata, in alcuni paesi specifici, invece, si rende necessaria.
Il certificato di assicurazione sanitaria internazionale è un documento che attesta la propria copertura assicurativa sanitaria all’estero. Questo certificato serve come prova della validità dell’assicurazione per l’intera durata del contratto, dove sono riportate le date specifiche di copertura (quella di inizio e quella della fine). Oltre a questo dato, sul certificato di assicurazione sanitaria internazionale, sono esplicitati anche i seguenti dati: nome, cognome, data di nascita dell’assicurato e tipologia della polizza sottoscritta.
In base al motivo del soggiorno all’estero, potrebbe essere richiesto un certificato di assicurazione internazionale. Questo, ad esempio, accade spesso quando ci si reca in un altro Paese per motivi di studio. L’istituto scelto, infatti, potrebbe richiedere questo specifico documento – accade per i soggiorni studio in Australia, Stati Uniti e Canada.
In altri casi poi, alcuni Paesi, a seconda delle normative in aggiornamento, potrebbero richiedere il certificato di assicurazione, in quanto obbligatorio per l’ingresso nella nazione stessa.
Prima della recente pandemia da Covid-19, che ha interessato gran parte degli stati del mondo, erano solo sei i Paesi che richiedevano obbligatoriamente la certificazione internazionale di assicurazione sanitaria (tra cui Cina, Russia, Algeria e Arabia Saudita). Tuttavia, dal 2020 molte cose sono cambiate in termini di sicurezza, e tra queste c’è proprio la volontà di alcuni Stati di richiedere il certificato di assicurazione in questione, per una maggiore tutela economico-sanitaria.
Proprio durante la pandemia alcuni Paesi hanno implementato le loro normative di viaggio per i turisti, rendendo obbligatoria l’assicurazione sanitaria di viaggio. Tra questi ci sono stati il Vietnam (assicurazione con garanzia minima di 10 mila dollari) il Laos (con garanzia di polizza richiesta di 50mila dollari) oltre che Israele e Oman. Successivamente anche per viaggiare in Giordania si è resa necessaria tale polizza sanitaria, così come in Benin, in Gibuti, in Nepal, Figi e Seychelles.
Al di là dell’obbligatorietà in alcuni casi, viaggiare muniti di un’assicurazione di viaggio è sempre conveniente. Questo perché, grazie ad un piccolo investimento iniziale, si potrà avere accesso ad una serie di coperture e garanzie preziose. Avere a che fare con degli imprevisti in vacanza non piace a nessuno, ma può succedere. Ecco perché avere a disposizione una centrale operativa nella propria lingua, h24 e 7 giorni su 7, come quella prevista dalle assicurazioni Holins, può fare la differenza al momento del bisogno. Oltre alla copertura sanitaria il cui certificato in lingua inglese, se richiesto, può essere prodotto e consegnato in 24 ore scrivendo a info@holins.it, molti turisti scelgono di affidarsi anche ad un’assicurazione per il bagaglio, al fine di essere tutelati in caso di furto o smarrimento. Il valore dei propri effetti personali contenuti nelle valigie, infatti, potranno essere rimborsati, entro un certo massimale stabilito in fase di sottoscrizione.